Mi chiamo Marco e ho 28 anni, da 2 anni lavoro da Mc Donald’s, a Milano.
Lavoro dal lunedì al mercoledì, il pomeriggio: inizio alle 15:00 e finisco alle 18:30. Invece il venerdì e il sabato faccio dalle 8:30 alle 12:00.
Per andare al lavoro prendo 4 mezzi: prima prendo un pullman da Pessano a Gorgonzola, poi prendo la metropolitana fino a cascina Burrona, poi prendo il pullman 924 fino al cimitero e poi il 923 fino al lavoro.
Se lavoro al pomeriggio parto da casa alle 13:00, il mattino invece alle 6:00.
Metto la divisa, ne ho 2 (il sabato la metto a lavare). Mi piace è bella bella…siamo tutti vestiti uguali, cappellino, cintura , maglietta e pantaloni e le scarpe.
I miei compiti sono: preparo le insalate, fare le farciture, pulire la sala e la cucina, pulire i vassoi, caricare la lavastoviglie, mettere a posto le cose lavate, lavare i vetri, spaccare i cartoni e pulire anche fuori.
Sono assunto, guadagno dei soldi, ho la busta paga.
Il mio futuro lo vedo bene, mi trovo bene. Voglio continuare. Ahiman, il mio direttore, è contento di me, mi dice che sono davvero bravo e che sto andando benissimo.
ECCO INVECE UN ALTRO PUNTO DI VISTA
Ayman Ibrahim, direttore McDonald’s, Segrate Idroscalo
La mia collaborazione con i ragazzi con Sindrome di Down da Direttore è iniziata nel 2011.
Premetto che lavoro per Euroristoro, Franchisee McDonald’s, dal 2002 e sono direttore dal 2010. Allora la responsabile delle risorse umane – Arianna – mi chiamò per chiedermi se fosse stato fattibile l’inserimento di un ragazzo con la Sindrome di Down nel ristorante di Rubicone 2 da me gestito. Sapevo che in altri ristoranti della nostra Azienda avevamo già attivato queste collaborazioni, ma non avevo mai gestito direttamente, da Direttore, una situazione simile. Risposi con entusiasmo che sarei stato felice di affrontare una nuova sfida.
Pensare di poter insegnare a un ragazzo con Sindrome le nostre numerose norme igeniche, le grammature dei prodotti, le procedure di preparazione sembrava essere un’impresa ardua, ma non impossibile. Una volta conosciuto Andrea (26 anni), e dopo aver iniziato con lui il suo percorso di formazione mi accorsi che in realtà non si trattava di una sfida, ma solo che necessitava di un processo di apprendimento differente rispetto a ciò a cui ero abituato e che, grazie alla bravura dei nostri formatori, manager e anche al grande aiuto dell’associazione AGPD, lo ha portato ad imparare tutte le nostre procedure di sicurezza alimentare e operative.
Rimasi stupito anche di quanto velocemente riuscisse ad apprendere le procedure di preparazione dei nuovi prodotti.
Attualmente lavoro in un ristorante diverso, presso McDonald’s a Segrate Idroscalo, e collabora con noi Marco di 28 anni.
Marco mi ha stupito per quanto sia indipendente e quanto per lui cambiare mansioni non sia affatto un problema. Ad oggi si occupa di Preparazioni insalate, Pulizia della sala, composizione Happy Meal, preparazione farciture toast e svolge tutto con grande entusiasmo e precisione.
E’ impossibile non legarsi ad Andrea e Marco, entrambi hanno un grande entusiasmo e voglia di vivere la vita: le rispettive squadre nelle quali lavorano vogliono loro un gran bene. Andrea ancora oggi quando mi vede mi abbraccia e mi dice che gli manco, Marco ogni volta che mi incontra mi chiede come sto e come sta mio figlio e suo papà racconta che non fa altro che parlare di McDonald’s.
Certo non mancano le difficoltà, sia Marco che Andrea hanno il loro carattere che li contraddistingue ed è curioso quanto in loro sia tutto amplificato.
L’Associazione e la famiglia sono comunque pronti ad aiutarci in situazioni particolari e devo dire che si riescono a risolvere sempre le difficoltà che si presentano.
Ad oggi se penso a quando ho iniziato a lavorare con loro e a quanto pensassi potesse essere complicato insegnare il nostro mestiere a persone con la sidrome di Down mi rendo conto che di difficile non c’è nulla, se non trovare il canale giusto per capire e replicare, come d’altronde facciamo ogni giorno con ogni persona con la quale ci rapportiamo.